Il Campionato Open 2025 si apre con un elemento inatteso: i caddies sono diventati i veri protagonisti, impegnati in una sfida contro il maltempo. A Royal Portrush, le abbondanti piogge hanno trasformato il celebre campo nordirlandese in un test di abilità non solo per i giocatori ma anche per i loro assistenti.
Palline asciutte per garantire massima prestazione
Con il terreno bagnato, la priorità assoluta per i caddies è mantenere asciutte le palline da golf, rinunciando persino al classico utilizzo dell’ombrello sopra i giocatori. Questo perché una pallina bagnata può compromettere drasticamente il comportamento in volo, causando colpi imprevedibili e perdita di controllo.
Quando la pallina è umida, soprattutto sul tee o sul green, la faccia del bastone fatica a generare il corretto effetto rotatorio. Il contatto risulta più scivoloso, riducendo la rotazione e influenzando negativamente la traiettoria.
Perché l’acqua penalizza i colpi con i ferri
Il problema si accentua con i ferri, dove le scanalature servono proprio a creare effetto aggrappandosi alla pallina. Con l’umidità, questo meccanismo si indebolisce, producendo colpi più alti, meno rotazione e minor controllo soprattutto nei tiri verso il green.
Il ruolo decisivo di asciugamani e routine meticolose
Durante le prime buche del torneo, è stato evidente come giocatori e caddies collaborino in modo quasi maniacale per garantire palline asciutte e facce del bastone pulite. L’utilizzo costante degli asciugamani prima di ogni colpo diventa essenziale per evitare scivolamenti e mantenere una traiettoria costante.
Nonostante i recenti sviluppi nel design dei bastoni, come le scanalature più profonde nei wedge, la pioggia resta uno dei nemici più insidiosi del golf. A Royal Portrush, oltre al talento, sarà la gestione delle condizioni bagnate a determinare chi solleverà la Claret Jug.